La cucina marocchina trae le sue origini dai cinque popoli che hanno rispettivamente fondato o colonizzato il paese:
1. I berberi, i primi abitanti del Marocco che hanno introdotto l’utensile tajine e il couscous
2. gli arabi che sono arrivati nel VII secolo e hanno portato le spezie e la frutta secca,
3. i Mori che giunsero in Marocco nell’VIII secolo e introdussero l’uso dell’olio di oliva,
4. gli ottomani che portarono piatti come il kebab.
5. Infine i francesi, che arrivarono in Marocco nel 1912 e introdussero l’uso di caffè, vino e gelati.
Vediamo in dettaglio.
I berberi
I berberi sono responsabili di metodi e pratiche culinarie ancora diffuse oggi.
Hanno introdotto l’utensile tajine più di 2000 anni fa e sono, infatti, responsabili della cottura lenta e della ben nota pratica di cottura.
Gli ingredienti più importanti nella loro cucina erano i datteri e i fichi, che venivano usati in grandi quantità per preparare stufati di pollame e agnello appunto con la tajine.
Per chi non lo conoscesse, il tajine è una pentola caratteristica in terracotta, smaltata esternamente, con il coperchio a forma di cono, che permette una cottura lenta, per ottenere piatti tipo stufati con diversi tipi di carni e verdure e legumi.
I berberi sono anche responsabili della tecnica di conservazione della carne noto come khlii, ancora presente in Marocco e hanno abbondantemente integrato nella loro dieta alcuni ingredienti cruciali della cucina marocchina, come cuscus, ceci e fagioli.
Gli Arabi
L’arrivo degli arabi ha influenzato in modo significativo il patrimonio culinario del Marocco.
Sono gli arabi infatti quelli che hanno portato le famose spezie dalla Cina, dall’India e dalla Malesia come cannella, zenzero, paprika, cumino e curcuma.
Influenzati dai persiani, portarono anche noci e frutta secca, che consentirono la combinazione agrodolce, ancora presente nelle tajine e in piatti come la pastila.
Gli arabi introdussero nella cucina marocchina anche pasti a base di pane e cereali.
A quel tempo, l’esistenza di una ricca e grandiosa corte marocchina, attraverso i governanti delle principali dinastie esistenti, risultò cruciale per l’elaborazione della cucina marocchina, al fine di soddisfare l’ambizione delle corti nelle quattro città imperiali (Fes, Meknes, Rabat e Marrakech).
I Mori
I Mori (abitanti musulmani residenti principalmente nella penisola iberica) hanno avuto un forte impatto sulla cucina marocchina.
Sono responsabili dell’aumento della produzione e dell’uso di olive e olio d’oliva e dell’insediamento di agrumeti e alberi da frutto.
I Mori introdussero anche nuovi metodi per conservare i sottaceti.
Ai Mori seguirono gli Ebrei-Mori, che introdussero le tecniche di decapaggio e conservazione di frutta e verdura.
Gli Ottomani
La presenza turca ottomana ha introdotto grigliate e barbecue (kebab) nella cucina marocchina.
Oggigiorno vengono utilizzate spezie di diverse tradizioni per aggiungere più sapore, accentuare il gusto degli spiedini e aumentarne le varietà.
I Francesi
I francesi colonizzarono il Marocco nel 1912 e, in un brevissimo lasso di tempo, portarono in Marocco la cultura dei caffè, della pasticceria e persino del vino, migliorando ulteriormente la varietà della cucina marocchina.
CONCLUSIONE
Come puoi capire, la posizione geografica del Marocco e lo stretto rapporto storico con altre popolazioni hanno reso la cucina marocchina un crogiolo unico, di numerose culture e tradizioni.
Le influenze storiche, l’ambizione delle corti nelle città imperiali, ma anche le risorse naturali dell’entroterra, hanno permesso alla cucina marocchina di diventare una deliziosa esperienza culinaria.
Al giorno d’oggi, è molto difficile distinguere le diverse tradizioni marocchine attraverso il cibo, ma sicuramente sono state tante le culture che hanno contribuito a renderla una cucina unica, indubbiamente da provare.
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Buon appetito!!